Secondo i dati di un recente studio pubblicato su The Lancet, che ha esaminato i casi di tumore e dei decessi correlati in oltre 200 paesi nel mondo nel 2019, oltre 4,5 milioni di morti dovuti al cancro sono stati causati da fattori di rischio facilmente evitabili.
La prevenzione primaria relativa a un corretto stile di vita come l’uso di tabacco, consumo smodato di alcool, alimentazione sbilanciata, elevato indice di massa corporea (legata ad obesità), inattività fisica, inquinamento dell’aria sarebbe in grado di fare in modo di evitare quasi il 50% dei casi di tumore prevenendo e controllando i fattori di rischio della loro insorgenza.
"Il messaggio da trarre è semplice: non fumare, non essere in sovrappeso e non bere troppo alcol", ha raccomandato Rudolf Kaaks, epidemiologo del cancro al German Cancer Research Center di Heidelberg.
Determinare il numero reale di casi di tumore e di decessi in tutto il mondo è impresa difficile, considerato che alcuni paesi omettono di registrare questi dati. Proprio per risolvere questa difficoltà, Justin Lang, epidemiologo alla Public Health Agency of Canada di Ottawa e coautore dello studio, insieme ai suoi colleghi, ha usato i dati di un precedente studio che analizzava i decessi e le disabilità causati da oltre 350 malattie e lesioni in 204 paesi.
Partendo da questi dati, il gruppo di ricerca ha stimato l’impatto di 34 fattori di rischio sulle cattive condizioni di salute e sui decessi per 23 tipi di tumore. Ne è risultato che, nel solo 2019, la metà di tutti i decessi per cancro negli uomini e più di un terzo nelle donne sono stati causati da fattori di rischio assolutamente evitabili (come l’uso di tabacco e alcool, diete non salutari, rapporti sessuali non sicuri ed esposizione sul posto di lavoro a prodotti nocivi, come l’amianto).
Inoltre, si è potuto evidenziare come dal 2010 al 2019 i decessi per tumore a livello globale causati da questi fattori di rischio sono aumentati di circa il 20%, con l’eccesso di peso che rappresenta la percentuale maggiore di aumento, soprattutto nei paesi a basso reddito.
"Questi risultati in combinazione con le conoscenze locali, possono essere utili ai responsabili politici per determinare su quali fattori di rischio modificabili indirizzare gli sforzi di pianificazione per il controllo del cancro", ha sottolineato Kelly Compton, coautrice dello studio e responsabile del progetto all’Institute for Health Metrics and Evaluation dell’Università di Washington a Seattle. Finora miglioramenti oggettivi sono stati raggiunti in vari paesi mediante l’implementazione di politiche antifumo, l’aumento delle tasse sul tabacco e i divieti di pubblicità di sostanze nocive.
Lo studio non ha preso in considerazione altri fattori di rischio già noti, come l’esposizione ai raggi ultravioletti e alcune infezioni, soprattutto a trasmissione sessuale. Il tumore al collo dell’utero, causato da alcuni ceppi di papillomavirus umano, per esempio, è la principale causa di morte per tumore tra le donne dell’Africa subsahariana e potrebbe d’aiuto alla sua prevenzione, in tutto il mondo, la promozione di adeguate campagne di vaccinazione contro questo virus.
Lo sviluppo futuro della ricerca in questo campo potrà anche includere la valutazione degli effetti della pandemia di COVID-19 sui casi di tumore e sui decessi. Uno studio del 2020, sempre pubblicato su The Lancet, ha stimato che, entro il 2025, in Inghilterra ci saranno più di 3000 decessi per tumore, potenzialmente evitabili poiché legati ai ritardi diagnostici dovuti a COVID-19.
In alcune aree, poi, la pandemia potrebbe aver modificato l’esposizione delle persone a determinati fattori di rischio, ad esempio l’esposizione a prodotti nocivi sul luogo di lavoro potrebbe essere diminuita durante le chiusure. Questo ulteriore approfondimento dei potenziali cambiamenti nell’esposizione ai fattori di rischio e il futuro impatto dei tumori richiederanno probabilmente molti anni per essere compresi in modo esaustivo.