Attività

Il dolore nella donna - Perché il dolore non diventi sofferenza umana

RICERCA SULLA "DIVERSA PERCEZIONE DEL DOLORE PER ETÁ E PER GENERE"

FONDAZIONE TACCIA "RICERCA SUL CANCRO" DI RIMINI E CENTRO DI PSICONCOLOGIA DELL’ASL 3 NUORO

L’Asl di Nuoro nel corso dell’anno 2012 ha aderito alla realizzazione di un’attività di ricerca promossa e finanziata attraverso una Borsa di Studio dalla Fondazione Taccia Ricerca sul Cancro di Rimini presso il Centro di Psiconcologia, diretto dalla Dott.ssa Nadia Brusasca, del P.O. "C. Zonchello. Dal 2014 tale Ricerca è stata portata avanti dalla Dott.ssa Michelina Fois (Psiconcologa). La ricerca di cui trattasi ha per oggetto la diversa percezione del dolore per età e per genere. Ad oggi risulta l’unica in Sardegna ad occuparsi di tale tematica, questo rappresenta un piccolo primo passo per incrementare il campione da cui siamo partiti: 40 pazienti, di cui 26 uomini e 14 donne. Il campione non è omogeneo per tipologia di tumore, età e genere ma rappresenta un importante spunto su cui riflettere, concentrandoci sulla localizzazione del dolore, sulle reazioni emotive e comportamentali, sulle aspettative dei pazienti rispetto a ciò e sulla personale descrizione del dolore. Ad esempio emerge che entrambi i sessi definiscono il dolore come "insopportabile", mentre solo la donna definisce il dolore come "è una brutta compagnia da cui non puoi allontanarti". L’uomo definisce il dolore percepito come "una pugnalata che non posso gestire  controllare…è impotenza", mentre la donna lo definisce come "una violenza, una condanna".

Dalla ricerca emerge che il 38,4% degli uomini e il 42,8% delle donne riferisce di nutrire la speranza che il dolore passi, che le terapie producano gli effetti desiderati e che ciò accada quanto prima possibile. Per questa ragione la ricerca vuole essere un contributo conoscitivo rispetto alla dimensione soggettiva del dolore, affinchè dall’esplorazione diagnostica e conoscitiva sulla percezione del dolore fisico, si possa arrivare a definire in maniera precisa e dettagliata quanto dolore la persona sente  e quanta terapia essa ha bisogno…per auspicare così la "giusta" cura e non più un sovra e sotto stimato dosaggio, lasciando la persona in balia del dolore non trattato. Questa è dignità umana , soprattutto nel fine vita. 

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